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Crisi di coppia: paura di rimanere sola? Ecco come affrontarla!

03-20-2023 01:04

Dott. Gianpaolo Ragusa

Terapia di coppia, Crisi di coppia, solitudine, protezione,

Crisi di coppia: paura di rimanere sola? Ecco come affrontarla!

Quando si perde la fiducia verso se stessi, si mette in discussione anche la fiducia del rapporto, si perde la visione di se stessi come esseri indipendenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nessuno mi vuole

Non mi sento protetta

Sono fuori dal giro

Non potrò amare nessuno come ho amato lui

 

Sono le frasi più tipiche che le donne mi dicono quando valutano la possibilità di separarsi. Tutte riguardano una paura molto diffusa, cioè quella di rimanere sole.

Questa paura è peggiorata dagli anni di litigi e di accuse reciproche che spesso abbassano l’autostima, la fiducia in se stesse e l’idea di poter essere attraenti e interessanti per altri uomini. Il mondo e la realtà si restringono all’ambito familiare e non si vedono altre possibilità. 

 

Se anche tu dici queste frasi, sappi che le tue paure non possono essere superate razionalmente ma ti serviranno esperienze reali in cui qualche uomo ti noterà, ti valorizzerà, o comunque manifesterà un interesse nei tuoi confronti.

Non si tratta di tradire tuo marito né mentalmente né fisicamente ma di innescare un processo che ti aiuterà a fare il punto della situazione dentro te stessa per ritrovare le tue coordinate personali e relazionali.

 

Il primo passo importante è rompere il muro della cella di isolamento che hai costruito intorno a te stessa! Luogo molto sicuro, conosciuto e familiare dove ti fai delle domande e ti dai delle risposte che però spesso confermano le tue idee ed evitano le realtà scomode.

 

Il secondo passo è cominciare ad esplorare il territorio confinante alle mura esterne della cella mentale dalla quale sei appena uscita. Luoghi e persone che frequenti quotidianamente e che prima osservavi solo dalla finestra della prigione interiore.

Ecco cosa puoi fare e quali risultati puoi ottenere

Nessuno mi vuole

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Nessuno mi vuole” è una frase che dicono donne che generalmente hanno avuto pochi partner. Oppure che non sono state in grado di rimanere da sole a gustarsi la propria libertà, restando sempre nell’attesa di stare con un uomo. Spesso le amicizie o le conoscenze con i maschi sono superficiali e non ci sono mai state relazioni extraconiugali.

Viviana, ad esempio, ha vissuto anni di gelida separazione in casa e di assenza di rapporti sessuali. Ha passato infinite notti a dormire da sola nel letto matrimoniale, mentre il marito riposava sul divano.

Quando ha cominciato il percorso pensava di essere brutta, grassa, vecchia, assolutamente poco interessante per gli uomini. Le ho proposto di provare un contatto puramente scritto in una chat su internet, senza nessuna connotazione affettiva o erotica, ma al solo scopo di scambiare idee leggere con altre persone. 

Nel giro di pochi giorni Viviana ha conosciuto Michele, con il quale lo scambio è diventato sempre più interessante e coinvolgente, fino a culminare con un incontro che ha dato il via ad una relazione che dura ormai da due anni. Questa esperienza le ha fatto cambiare completamente la percezione di sé e del suo matrimonio, facendola optare per una separazione.

Non è necessario avere un amante Anche piccole ma significative esperienze ti aiutano a capire che nel mondo ci sono persone pronte ad apprezzarti (anche molto). Comincerai a vederti diversamente, ad acquisire sicurezza e fiducia in te stessa. Fioriranno nuove energie che possono essere utilizzate per affrontare i problemi coniugali con una maggior libertà di pensiero e con la consapevolezza che fuori dal tuo rapporto di coppia c’è un intero mondo con infinite possibilità.

Non mi sento protetta

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Ho paura di rimanere da sola perché non mi sento protetta” mi ha detto Lucia. “Sapere che mio marito è in casa la notte mi tranquillizza”.

 

Le ho ricordato che tutte le volte che il marito è stato fuori casa diversi giorni per lavoro se l’è sempre cavata egregiamente.

In ogni caso, oggi si trova di fronte al cancello aperto della sua gabbia dorata che la mette di fronte alla responsabilità di varcarlo perché, se da una parte si sente protetta, dall’altra Lucia si sente soffocata, e questa grande sofferenza di coppia sta incidendo negativamente sulla sua vita familiare, lavorativa ed affettiva.

 

Nei momenti di bassa autostima può capitare di perdere di vista l’obiettivo di recuperare serenità e di aspirare ad una vita affettiva più sana e matura. Lucia si è subito ricordata di cosa sta cercando e ha continuato il suo viaggio fuori dalla gabbia.

Sono fuori dal giro

La frase che usa Rita per dar voce alla sua paura di rimanere sola è “Sono fuori dal giro”, che tipicamente viene usata da donne che hanno difficoltà ad avere relazioni significative al di fuori dalla coppia. Ciò accade perché hanno incentrato la loro vita su casa, lavoro e famiglia, senza coltivare nessuna passione e, anche se ne hanno una, non hanno mai cercato altre persone con cui condividerla.

Risultato: fuori dalle mura di casa, e prima ancora dentro di loro, c’è un deserto riempito di doveri e sacrifici. 

 

Il lavoro con Rita è stato quello di riesumare le sue passioni (il teatro e il canto) e di aiutarla a nutrirsi di queste, prima di tutto per riprendere il giro con se stessa. Questo, poi, è stato il volano per conoscere nuove persone e per smettere di incolpare il marito di non fare mai niente di interessante.

 

Non potrò amare nessuno come ho amato lui

 

Silvana, per manifestare la paura di rimanere da sola, dice: “Non potrò amare nessuno come ho amato lui”. È un pensiero che mi riportano donne che, come lei, hanno vissuto storie intense e hanno idealizzato eccessivamente il proprio compagno. Queste dinamiche nascono generalmente da una forte necessità di appoggiarsi psicologicamente al partner. Tuttavia, si tratta di un pensiero puramente fantasioso, dato che non puoi sapere chi incontrerai e che tipo di relazione si costruirà.

 

Come sempre, in queste idealizzazioni, la chiave per svoltare sta nella “necessità di appoggiarsi psicologicamente” che si riduce lavorando sulle proprie capacità di raggiungere ciò che si desidera. 

Il compagno di Silvana aveva la grande funzione di riconoscerla nei suoi tratti differenti rispetto al comune, dandole la possibilità di viversi in modo autentico e senza nascondersi. Nel corso degli anni, però, gli obbiettivi dei due coniugi si sono sempre più allontanati e questo ha reso molto difficile la convivenza.

 

Silvana grazie al percorso fatto insieme ha avuto sempre meno bisogno di un riconoscimento esterno, ha accettato più profondamente i suoi lati divergenti e si è autorizzata a viverli appieno, acquisendo maggior autonomia e serenità interiore.

Dopo la separazione le si è aperto un mondo di possibilità per sperimentarsi e per godere della sua poliedricità. Forse prima o poi troverà qualcuno da amare come il suo ex ma, ad oggi, questo non è più un problema così impellente perché si è innamorata della persona che sta scoprendo di esperienza in esperienza, cioè se stessa.

 

In tutti questi casi la chiave principale è riuscire a fare esperienze personali e relazionali significative che possano aprire ad un cambio di prospettiva rispetto al tuo rapporto di coppia e innescare così un cambiamento per uscire dalla stagnazione del rapporto, dal gelo affettivo, dall’impotenza e dall’idea che tu, i tuoi figli e il tuo compagno non possiate vivere in modo più libero e sereno.


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